Videosorveglianza: norme, obblighi e sanzioni

Hai bisogno di un allarme? Calcola ora il tuo preventivo gratuitoLa videosorveglianza è diventata una…

Hai bisogno di un allarme? Calcola ora il tuo preventivo gratuito

La videosorveglianza è diventata una componente onnipresente nella nostra società, impiegata per garantire la sicurezza di persone e beni in una vasta gamma di contesti, dalle abitazioni private ai luoghi pubblici. 

Tuttavia, l’installazione e l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza non sono liberi da vincoli, ma sono soggetti a una complessa rete di norme e regolamenti che mirano a tutelare la privacy degli individui. 

Questo articolo si propone di fornire una panoramica esaustiva della normativa vigente in materia di videosorveglianza, analizzando gli obblighi a carico di chi installa e gestisce questi sistemi e le conseguenze del loro mancato rispetto.

La cornice normativa: il GDPR e oltre

Le leggi che regolano la videosorveglianza sono pensate per bilanciare le esigenze di sicurezza con la tutela della privacy dei cittadini. 

Il quadro normativo che disciplina la videosorveglianza è in continua evoluzione, ma un punto di riferimento fondamentale è rappresentato dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), entrato in vigore nel maggio 2018; si tratta di un provvedimento europeo che ha introdotto standard elevati per la tutela della privacy. 

Il GDPR si applica a tutte le attività che implicano la raccolta e la conservazione di dati personali, comprese le immagini acquisite tramite sistemi di videosorveglianza.

Applicazione del GDPR alla videosorveglianza

Il GDPR considera che anche le immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza sono da considerarsi alla stregua di dati personali, in quanto possono identificare una persona direttamente o indirettamente. 

Questo implica che chi installa e gestisce telecamere di sorveglianza deve conformarsi a specifici requisiti legali. 

In particolare:

  • Principio di finalità: il trattamento dei dati deve avere una finalità specifica, legittima e determinata.
  • Minimizzazione dei dati: è necessario raccogliere e trattare solo i dati strettamente necessari per raggiungere le finalità perseguite.
  • Limitazione della conservazione: i dati personali devono essere conservati solo per il tempo strettamente necessario all’adempimento della finalità per cui sono state raccolte, e comunque, in genere, per un periodo massimo di 24 ore o 7 giorni, salvo esigenze particolari.
  • Sicurezza dei dati: è obbligatorio adottare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire la sicurezza dei dati personali e proteggerli da trattamenti non autorizzati o illeciti.
  • Trasparenza : gli interessati (cioè le persone riprese) devono essere informati in modo chiaro e trasparente del fatto che sono sotto sorveglianza. Questo obbligo è generalmente soddisfatto tramite segnaletica appropriata.
  • Diritti degli interessati: gli individui hanno il diritto di accedere ai propri dati personali, di rettificarli o cancellarli, nonché di opporsi al loro trattamento.

Regolazione della videosorveglianza in diversi contesti

Le normative sulla videosorveglianza variano in base al contesto in cui vengono installati i sistemi di sorveglianza, sia esso privato, pubblico o commerciale. 

È importante conoscere le specificità normative di ogni contesto, poiché le regole applicabili possono differire considerevolmente. 

Di seguito una breve panoramica delle normative in vigore per alcuni dei principali ambiti di applicazione.

Videosorveglianza privata

L’installazione di telecamere in ambito privato (ad esempio, abitazioni singole o condominii) è permessa, ma è necessario evitare di riprendere aree pubbliche o proprietà di terzi senza consenso. 

Le riprese devono essere limitate allo spazio di proprietà privata.

Videosorveglianza nei locali pubblici

La videosorveglianza nei luoghi aperti al pubblico – come negozi, supermercati e uffici – è consentita, ma sono previsti obblighi stringenti in termini di informazione ai clienti e ai dipendenti circa la presenza delle telecamere, oltre al rispetto delle finalità dichiarate. 

È fondamentale, infatti, informare gli utenti della presenza di sistemi di videosorveglianza attraverso apposita segnaletica e limitare la registrazione di immagini a zone comuni.

Telecamere esterne

L’uso di telecamere esterne, sia pubbliche che private, deve essere attentamente regolato per non interferire con la privacy delle persone che si trovano in aree pubbliche. 

In ambito pubblico, le telecamere di sorveglianza devono essere installate con finalità di sicurezza e nel rispetto dei principi del GDPR.

Obblighi per gli installatori (pubblici o privati) di sistemi di videosorveglianza

Chi decide di installare un sistema di videosorveglianza deve adempiere a una serie di obblighi legali per garantire la conformità alle normative sulla protezione dei dati personali. 

Tra i principali obblighi si annoverano:

  • Obbligo di informare: è obbligatorio posizionare il segnale visibile che informa le persone della presenza di telecamere. La segnaletica deve essere chiara, facilmente comprensibile e collocata in modo tale che l’utente possa notarla prima di entrare nell’area sorvegliata. Deve contenere informazioni basilari come il titolare del trattamento dei dati e le finalità del trattamento.
  • Conservazione dei dati: le immagini registrate con una telecamera di videosorveglianza non possono essere conservate oltre il tempo necessario per raggiungere le finalità dichiarate. Generalmente, il periodo di conservazione massimo è di 24 ore, ma può essere esteso a 7 giorni in contesti particolari, ad esempio in presenza di rischi specifici per la sicurezza. Periodi più lunghi devono essere giustificati da esigenze concrete e proporzionate alla finalità.
  • Sicurezza dei dati: i sistemi di videosorveglianza devono essere protetti da accessi non autorizzati e da manomissioni.
  • Accesso ai dati: gli interessati hanno il diritto di accedere alle immagini che li riguardano. Questo significa che chi gestisce un sistema di videosorveglianza deve essere in grado di fornire, su richiesta, le registrazioni che includono un soggetto ripreso, a meno che non esistano motivi legittimi per rifiutare tale accesso (ad esempio, motivi di sicurezza o la protezione di terzi ).
  • Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati: in alcuni casi, soprattutto quando il sistema di videosorveglianza viene utilizzato in contesti particolarmente sensibili o su larga scala, potrebbe essere necessario effettuare una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA), per valutare i rischi connessi al trattamento delle immagini.

Sanzioni per il mancato rispetto delle norme

Come abbiamo visto, la videosorveglianza riguarda una serie di aspetti molto delicati e particolari che attengono alla sfera umana nella sua interezza, ricomprendendo il diritto alla libertà personale e quello alla privacy. 

Per tali motivi, il legislatore ha inteso introdurre anche una serie di sanzioni che vengono poste in essere in caso di violazione delle norme suindicate.

Il mancato rispetto delle normative sulla videosorveglianza può comportare, pertanto, sanzioni significative che variano in base alla gravità delle violazioni. 

Le sanzioni previste sono disciplinate dal GDPR e dal Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003, aggiornato dal D.lgs. 101/2018).

Le sanzioni amministrative possono raggiungere importi considerevoli, arrivando fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale dell’azienda, a seconda di quale cifra risulta più alta. 

Le sanzioni variano a seconda della violazione commessa, come ad esempio:

  • Mancata informazione: se non viene rispettato l’obbligo di informare le persone della presenza di un sistema di videosorveglianza tramite adeguata segnaletica, si può incorrere in sanzioni amministrative di importo variabile.
  • Conservazione indebita delle immagini: conservare le immagini oltre il periodo consentito o senza una giustificazione adeguata costituisce una violazione del GDPR, soggetta a pesanti sanzioni.
  • Accesso negato alle immagini: negare il diritto degli interessati di accedere ai propri dati personali (in questo caso, alle immagini registrate) è considerato una violazione della normativa sulla protezione dei dati e può portare a sanzioni.

Videosorveglianza e GDPR: consigli pratici per essere conformi alle normative

Da tutto ciò si evince facilmente che la videosorveglianza è uno strumento molto utile per garantire la sicurezza, ma è fondamentale che il suo utilizzo sia sempre bilanciato con il rispetto della privacy degli individui. 

È importante sottolineare, pertanto, che la conformità di un sistema di videosorveglianza alla normativa sulla privacy non dipende solo dalla corretta installazione, ma anche dalla gestione consapevole dei dati da parte del titolare del trattamento. 

Quest’ultimo, sia esso un privato o un’azienda, è responsabile di garantire che l’utilizzo delle telecamere rispetti pienamente il GDPR. 

Ad esempio, se un dipendente di un’azienda modificasse l’orientamento di una telecamera installata in un cortile aziendale, riprendendo indebitamente un’area esterna, la responsabilità per questa violazione ricadrebbe direttamente sul datore di lavoro, qualora un terzo segnalasse l’accaduto all’autorità garante della privacy.

Ecco, quindi, alcuni consigli pratici per evitare sanzioni e garantire il rispetto delle normative:

  • Cartelli informativi: posizionare avvisi chiari e visibili che informano della presenza delle telecamere, specificando chi gestisce i dati ea quale scopo vengono raccolti. Questo è fondamentale per garantire la trasparenza verso le persone riprese.
  • Riprese limitate: le telecamere devono essere orientate solo su aree pertinenti, evitando spazi privati ​​come ingressi di abitazioni o giardini, per non violare la privacy di terzi non coinvolti.
  • Periodo di conservazione dei dati: i video devono essere conservati per un tempo limitato. Solitamente, come abbiamo visto, il periodo massimo consigliato è di 24-72 ore, salvo eccezioni giustificate da esigenze specifiche (es. indagini).
  • Sicurezza dei dati raccolti: è essenziale implementare misure di sicurezza adeguate per proteggere le registrazioni, come l’uso di password, crittografia e limitazione dell’accesso solo a persone autorizzate.
  • DPIA (Data Protection Impact Assessment): se la videosorveglianza comporta un alto rischio per i diritti e le libertà degli individui (ad esempio, in luoghi pubblici o molto frequentati), è obbligatorio effettuare una DPIA per valutare i potenziali rischi e mitigare eventuali impatti.

La videosorveglianza deve essere un’attività trasparente, limitata nel tempo e nello spazio, e sempre finalizzata a scopi legittimi. 

Il rispetto del GDPR è, quindi, fondamentale per evitare sanzioni e tutelare la privacy degli individui. 

A tal fine, è sempre consigliabile affidarsi a dei professionisti del settore come Verisure e adottare tutte le misure necessarie per garantire la conformità alle normative vigenti.

Hai bisogno di un allarme? Calcola ora il tuo preventivo gratuito